Andre Breh
2013-05-04 13:16:47 UTC
R. E. Murphy in “The Dead Sea Scrolls and New Testament Comparisons” elencò
175 paralleli fra letteratura qumranica e Nuovo Testamento. Un anno dopo
Krister Stendahl pubblicò “The Scrolls and the New Testament” (Harper &
Brothers, New York). Nel 1966 Herbert Braun pubblicò due volumi, “Qumran und
das Neue Testament” (Mohr, Tubingen), includendo tutte le proposte che erano
state messe insieme, fino ad allora, su tali paralleli nei manoscritti
qumraniani. Due altri volumi, “Paul and the Dead Sea Scrolls”, pubblicato da
Murphy O’Connor e J. H. Charlesworth, e “John and the Dead Sea Scrolls” di
J. H. Charlesworth, discutono parecchi temi paolini e giovannei illuminati
dalla scoperta dei manoscritti.
O. Betz, R. Riesner, Gesù, Qumran e il Vaticano, LEV, 1995 R. Riesner,
Esseni e prima comunità cristiana a Gerusalemme, Nuove scoperte e fonti,
LEV, 2001
Per poter evidenziare l’importanza che l’essenismo ha rappresentato nei
confronti della formazione del cristianesimo primigenio, Florentino Garcia
Martinez e Julio Trebolle Barrera, utilizzando un linguaggio metaforico,
affermano:
« Non è esagerato dire che prima delle scoperte di Qumran la figura di Gesù
Cristo equivaleva a un frutto meraviglioso ed esotico, mentre adesso
possiamo contemplarlo ancora sul suo albero, assieme a frutti sicuramente
diversi ma pure dotati di una linfa comune che ciascun ramo trasforma a suo
modo. Proprio i testi di Qumran consentono, come nessun altro testo, di
comprendere le radici di questo albero e delle sue diverse ramificazioni,
nonché di vedere come questa linfa comune venga trasformata in frutti molto
diversi: »
(Martinez-Barrera, Gli uomini di Qumran, Paideia, Brescia, 1996, pagine
318-319)
Stephen Hodge afferma che:
« Tutti gli studiosi concordano nell'affermare che l'importanza dei
manoscritti del Mar Morto risiede nella luce che essi gettano sulla matrice
di fondo del giudaismo da cui emersero Yeshua [Gesù, ndr] e i suoi
insegnamenti, dal momento che prima delle scoperte di Qumran non si era a
conoscenza di alcuna altra letteratura religiosa ebraica contemporanea. »
(Stephen Hodge, I Manoscritti del Mar Morto, Newton, Roma, 2002, pagina 202)
J. H. Charlesworth aggiunge:
« Dovrebbe essere stato ormai abbondantemente chiarito che Gesù e gli esseni
erano contemporanei, e che vi sono molte probabilità che Gesù abbia avuto
una sommaria conoscenza delle loro dottrine e pratiche religiose, della loro
interpretazione della Bibbia e dei loro costumi sociali. È possibile che
egli sia stato influenzato da loro anche senza aver dovuto visitare il
monastero di Qumran; e non si può escludere che abbia osservato alcune
pratiche religiose degli esseni non-qumranici »
(J. H. Charlesworth, Gesù nel giudaismo del suo tempo, Claudiana, Torino,
1998, pagina 90)
L'esperto Jean Danielou, descrive numerosissimi punti di contatto tra esseni
e cristiani, tra i quali:
« Abbiamo visto che nell'ambiente in cui ci troviamo, la parola Deserto,
senza altra indicazione, sembra designare la solitudine degli Esseni.
Infatti il luogo tradizionale della Tentazione è sulla scogliera ove sono
stati trovati i manoscritti, un po' a nord di Qumran. Il soggiorno del
Cristo nel Deserto appare dunque come un ritiro in un centro di preghiera.
Il tema della Tentazione fa pensare ai monaci di Qumran: per costoro l'uomo
è diviso fra l'influenza dei demoni e quella degli angeli, e questa è la
base della loro dottrina; ed è detto che il Cristo fu tentato dal demonio e
che poi gli angeli lo servirono. (pagina 21) »
« Il più antico catechismo cristiano ci è stato trasmesso in due opere del
II secolo, la Didaché e l’Epistola dello pseudo barnaba, testi che
utilizzano un materiale più arcaico. Questo catechismo è costruito sul tema
delle due vie, quella della luce e quella delle tenebre; alla prima è
preposto l'angelo di giustizia, alla seconda l'angelo di iniquità. È
impossibile non riconoscere qui la struttura del catechismo di Qumran, tale
e quale lo si trova all'inizio della Regola della comunità (III, 13 ��" IV,
26). Leggiamo in essa che esistono due spiriti, il principe della luce e
l'angelo delle tenebre, e che le vie di questi due spiriti sono opposte.
Questa dottrina delle due vie e dei due spiriti appare come uno dei punti in
cui è più chiara la dipendenza del cristianesimo nei confronti di Qumran.
(pagina 33) »
« Sotto un altro punto sembra stabilita la dipendenza della prima comunità
[cristiana, ndr] nei confronti delle usanze di Qumran. Il Nuovo Testamento e
i primi autori cristiani citano sempre le stesse profezie dell'Antico
Testamento in relazione al Cristo. A giusto titolo, si è concluso che
dovevano esistere delle raccolte di queste profezie, a uso dei predicatori e
dei catechisti, come, del resto, ce ne sono per date posteriori. E queste
raccolte dovevano essere molto primitive, anteriori alla redazione degli
scritti del Nuovo Testamento, che le utilizzano. Ora, una delle scoperte
sensazionali di Qumran, sulla quale Allegro ha particolarmente attirato
l'attenzione, è quella che concerne una raccolta di Testimonia messianiche
[4QTest/4Q175, ndr]. È dunque verosimile che i cristiani abbiano improntato
questo uso agli esseni. (pagina 37) »
(Jean danielou, I Manoscritti del Mar Morto e le origini del cristianesimo,
Arkeios, Roma, 1993)
L'importanza del manoscritto 4QTest/4Q175, è stata evidenziata, oltre che da
Allegro e Danielou, anche da Florentino Garcia Martinez e Julio Trebolle
Barrera: "...Questa attesa è esplicitata anche in un testo importante come
4QTest, che combina insieme quattro citazioni bibliche...". (Gli uomini di
Qumran, Paideia, Brescia, 1996)
Lo studioso francese André Dupont-Sommer nei suoi studi sui testi qumranici
pubblicati per primi è portato a tracciare una notevole serie di paralleli
tra il maestro di giustizia (una figura carismatica presente nei
manoscritti) e Gesù, come risulta da queste sue affermazioni:
« Il maestro di Galilea, come ci viene presentato negli scritti del Nuovo
Testamento, sembra essere per molti aspetti una sorprendente reincarnazione
del maestro di giustizia. Come quest'ultimo egli ha predicato la penitenza,
la povertà, l'umiltà, l'amore del prossimo e la castità. Come lui egli ha
esortato a osservare la legge di Mosè, tutta la legge, ma quella è divenuta
completa e perfetta grazie alle sue rivelazioni. Come lui egli era l'eletto
e il messia di Dio, il messia redentore del mondo. Come lui egli è divenuto
oggetto di ostilità da parte dei sacerdoti, il partito dei Sadducei. Come
lui egli è stato condannato e messo a morte. Come lui egli ha pronunciato il
suo giudizio su Gerusalemme, che fu presa e distrutta dai romani per averlo
messo a morte. Come lui, alla fine dei tempi egli sarà il giudice supremo.
Come lui egli ha fondato una Chiesa i cui membri attendevano con
trepidazione il suo ritorno glorioso. »
(The dead Sea Scrolls: A Preliminary Survey, Basil Blackwell, Oxford, 1952,
pag. 99)
175 paralleli fra letteratura qumranica e Nuovo Testamento. Un anno dopo
Krister Stendahl pubblicò “The Scrolls and the New Testament” (Harper &
Brothers, New York). Nel 1966 Herbert Braun pubblicò due volumi, “Qumran und
das Neue Testament” (Mohr, Tubingen), includendo tutte le proposte che erano
state messe insieme, fino ad allora, su tali paralleli nei manoscritti
qumraniani. Due altri volumi, “Paul and the Dead Sea Scrolls”, pubblicato da
Murphy O’Connor e J. H. Charlesworth, e “John and the Dead Sea Scrolls” di
J. H. Charlesworth, discutono parecchi temi paolini e giovannei illuminati
dalla scoperta dei manoscritti.
O. Betz, R. Riesner, Gesù, Qumran e il Vaticano, LEV, 1995 R. Riesner,
Esseni e prima comunità cristiana a Gerusalemme, Nuove scoperte e fonti,
LEV, 2001
Per poter evidenziare l’importanza che l’essenismo ha rappresentato nei
confronti della formazione del cristianesimo primigenio, Florentino Garcia
Martinez e Julio Trebolle Barrera, utilizzando un linguaggio metaforico,
affermano:
« Non è esagerato dire che prima delle scoperte di Qumran la figura di Gesù
Cristo equivaleva a un frutto meraviglioso ed esotico, mentre adesso
possiamo contemplarlo ancora sul suo albero, assieme a frutti sicuramente
diversi ma pure dotati di una linfa comune che ciascun ramo trasforma a suo
modo. Proprio i testi di Qumran consentono, come nessun altro testo, di
comprendere le radici di questo albero e delle sue diverse ramificazioni,
nonché di vedere come questa linfa comune venga trasformata in frutti molto
diversi: »
(Martinez-Barrera, Gli uomini di Qumran, Paideia, Brescia, 1996, pagine
318-319)
Stephen Hodge afferma che:
« Tutti gli studiosi concordano nell'affermare che l'importanza dei
manoscritti del Mar Morto risiede nella luce che essi gettano sulla matrice
di fondo del giudaismo da cui emersero Yeshua [Gesù, ndr] e i suoi
insegnamenti, dal momento che prima delle scoperte di Qumran non si era a
conoscenza di alcuna altra letteratura religiosa ebraica contemporanea. »
(Stephen Hodge, I Manoscritti del Mar Morto, Newton, Roma, 2002, pagina 202)
J. H. Charlesworth aggiunge:
« Dovrebbe essere stato ormai abbondantemente chiarito che Gesù e gli esseni
erano contemporanei, e che vi sono molte probabilità che Gesù abbia avuto
una sommaria conoscenza delle loro dottrine e pratiche religiose, della loro
interpretazione della Bibbia e dei loro costumi sociali. È possibile che
egli sia stato influenzato da loro anche senza aver dovuto visitare il
monastero di Qumran; e non si può escludere che abbia osservato alcune
pratiche religiose degli esseni non-qumranici »
(J. H. Charlesworth, Gesù nel giudaismo del suo tempo, Claudiana, Torino,
1998, pagina 90)
L'esperto Jean Danielou, descrive numerosissimi punti di contatto tra esseni
e cristiani, tra i quali:
« Abbiamo visto che nell'ambiente in cui ci troviamo, la parola Deserto,
senza altra indicazione, sembra designare la solitudine degli Esseni.
Infatti il luogo tradizionale della Tentazione è sulla scogliera ove sono
stati trovati i manoscritti, un po' a nord di Qumran. Il soggiorno del
Cristo nel Deserto appare dunque come un ritiro in un centro di preghiera.
Il tema della Tentazione fa pensare ai monaci di Qumran: per costoro l'uomo
è diviso fra l'influenza dei demoni e quella degli angeli, e questa è la
base della loro dottrina; ed è detto che il Cristo fu tentato dal demonio e
che poi gli angeli lo servirono. (pagina 21) »
« Il più antico catechismo cristiano ci è stato trasmesso in due opere del
II secolo, la Didaché e l’Epistola dello pseudo barnaba, testi che
utilizzano un materiale più arcaico. Questo catechismo è costruito sul tema
delle due vie, quella della luce e quella delle tenebre; alla prima è
preposto l'angelo di giustizia, alla seconda l'angelo di iniquità. È
impossibile non riconoscere qui la struttura del catechismo di Qumran, tale
e quale lo si trova all'inizio della Regola della comunità (III, 13 ��" IV,
26). Leggiamo in essa che esistono due spiriti, il principe della luce e
l'angelo delle tenebre, e che le vie di questi due spiriti sono opposte.
Questa dottrina delle due vie e dei due spiriti appare come uno dei punti in
cui è più chiara la dipendenza del cristianesimo nei confronti di Qumran.
(pagina 33) »
« Sotto un altro punto sembra stabilita la dipendenza della prima comunità
[cristiana, ndr] nei confronti delle usanze di Qumran. Il Nuovo Testamento e
i primi autori cristiani citano sempre le stesse profezie dell'Antico
Testamento in relazione al Cristo. A giusto titolo, si è concluso che
dovevano esistere delle raccolte di queste profezie, a uso dei predicatori e
dei catechisti, come, del resto, ce ne sono per date posteriori. E queste
raccolte dovevano essere molto primitive, anteriori alla redazione degli
scritti del Nuovo Testamento, che le utilizzano. Ora, una delle scoperte
sensazionali di Qumran, sulla quale Allegro ha particolarmente attirato
l'attenzione, è quella che concerne una raccolta di Testimonia messianiche
[4QTest/4Q175, ndr]. È dunque verosimile che i cristiani abbiano improntato
questo uso agli esseni. (pagina 37) »
(Jean danielou, I Manoscritti del Mar Morto e le origini del cristianesimo,
Arkeios, Roma, 1993)
L'importanza del manoscritto 4QTest/4Q175, è stata evidenziata, oltre che da
Allegro e Danielou, anche da Florentino Garcia Martinez e Julio Trebolle
Barrera: "...Questa attesa è esplicitata anche in un testo importante come
4QTest, che combina insieme quattro citazioni bibliche...". (Gli uomini di
Qumran, Paideia, Brescia, 1996)
Lo studioso francese André Dupont-Sommer nei suoi studi sui testi qumranici
pubblicati per primi è portato a tracciare una notevole serie di paralleli
tra il maestro di giustizia (una figura carismatica presente nei
manoscritti) e Gesù, come risulta da queste sue affermazioni:
« Il maestro di Galilea, come ci viene presentato negli scritti del Nuovo
Testamento, sembra essere per molti aspetti una sorprendente reincarnazione
del maestro di giustizia. Come quest'ultimo egli ha predicato la penitenza,
la povertà, l'umiltà, l'amore del prossimo e la castità. Come lui egli ha
esortato a osservare la legge di Mosè, tutta la legge, ma quella è divenuta
completa e perfetta grazie alle sue rivelazioni. Come lui egli era l'eletto
e il messia di Dio, il messia redentore del mondo. Come lui egli è divenuto
oggetto di ostilità da parte dei sacerdoti, il partito dei Sadducei. Come
lui egli è stato condannato e messo a morte. Come lui egli ha pronunciato il
suo giudizio su Gerusalemme, che fu presa e distrutta dai romani per averlo
messo a morte. Come lui, alla fine dei tempi egli sarà il giudice supremo.
Come lui egli ha fondato una Chiesa i cui membri attendevano con
trepidazione il suo ritorno glorioso. »
(The dead Sea Scrolls: A Preliminary Survey, Basil Blackwell, Oxford, 1952,
pag. 99)