Discussione:
Omelia di don Fabio Masi
(troppo vecchio per rispondere)
Luca Logi
2007-04-20 19:32:26 UTC
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Ieri sera, ricercando i vecchi appunti su una conferenza di don Fabio
Masi, è venuta fuori questa omelia recente. Apparentemente sembra sui
pacs, ma non lo è. Avverto che è roba forte. Prima di leggere mandate a
letto bambini e persone sensibili.


------------inizio della citazione-----------------------

Parrocchia di S. Stefano a Paterno
Via di Terzano 26 - Bagno a Ripoli (FI)

Omelia di Fabio Masi alla Celebrazione eucaristica
del 4 Febbraio 2007


L'argomento di cui intendo parlare oggi è 'la missione della Chiesa nel
mondo'.

Per molto tempo abbiamo pensato che 'la missione' fosse compito soltanto
di una parte della Chiesa. In questi ultimi decenni abbiamo riscoperto
che tutto il 'popolo di Dio', come chiama la Chiesa il Concilio Vaticano
II, è chiamato ad essere testimone della speranza che ha incontrato in
Gesù di Nazareth; così anche noi, popolo cristiano di Paterno membro
della Chiesa che è in Firenze, in unione alla Chiesa sparsa in tutto il
mondo, siamo chiamati ad esserlo.

Allora bisogna domandarsi, 'che segnale esce dalla nostra vita personale
e comunitaria?' Ma prima ancora bisogna chiedersi: 'cos'è la chiesa',
'chi è chiesa'? Negli ultimi decenni ci sono state grosse trasformazioni
nella coscienza che la Chiesa ha di sé, ma ancora questi cambiamenti non
sono entrati nella mente e nel cuore di tutti noi e quindi nemmeno nel
linguaggio. Quando si dice 'chiesa' non tutti intendono la stessa cosa:
chi pensa al fabbricato, chi pensa al Papa e ai Vescovi, chi pensa al
popolo cristiano.

Dal Concilio Vaticano II in poi, dovrebbe esser chiaro per tutti che
'chiesa' non sono il Papa e i Vescovi da soli, ma tutto il popolo dei
credenti, certamente con una diversità di funzioni al suo interno, ma in
una comune responsabilità. Questa non è una novità, anzi è un ritorno
alle origini, bisogna però riconoscere che non è ancora patrimonio
comune. Quando si dice 'chiesa' a molti vengono ancora in mente il Papa
e i Vescovi, ma il popolo cristiano è una realtà composita: ci sono i
laici, i preti, i religiosi e le religiose, i Vescovi e il Papa, con la
presenza dello Spirito che dà forza a tutti coloro che sperano e
credono.

In questi giorni, sulla stampa, alla TV, ma anche all'interno del popolo
cristiano, si usa a sproposito la parola 'chiesa' e noi dovremmo reagire
quando si dice per esempio: "la Chiesa ha negato il funerale religioso a
Welby", oppure "la Chiesa è decisamente contro i PACS", o quando in
passato si è detto "la Chiesa ha deciso di fare un Concordato con lo
Stato italiano". Si dica il Vicariato di Roma, i Vescovi italiani oppure
la Curia romana. Ognuno si assuma la propria responsabilità! Io non
voglio affatto essere coinvolto in decisioni che, insieme a tanti altri
fratelli nella fede, non condivido e su cui non sono stato consultato.
Facendo così ci si allontana dalla Tradizione della Chiesa che afferma
con forza che il Popolo di Dio è 'uno' con, al suo interno, carismi e
servizi diversi. Solo quando si tratta dei fondamenti della fede, quelli
contenuti nel 'Credo', allora si può dire, "la Chiesa crede che Gesù è
il Figlio di Dio fatto uomo etc." Negli altri casi, se vogliamo dire
'Chiesa', si consulti prima il popolo cristiano, almeno sui temi più
importanti. Dal Concilio Vaticano II in poi, le strutture di
partecipazione esistono, facciamole funzionare! Questa è la prima cosa
che volevo dirvi.

La Chiesa, il 'Popolo di Dio' quindi è inviato per raccontare un Dio che
ama tanto questo mondo, fino ad annullarsi sul patibolo della Croce. Ma
come raccontarlo? lo si può fare in tanti modi. All'inizio della
Quaresima si legge il racconto delle 'Tentazioni' in cui si vede che,
per raggiungere l'obiettivo, l'Avversario propone a Gesù strade diverse
da quella che poi Lui ha percorso: gli propone la strada del potere,
quella dei miracoli spettacolari per colpire la folla, ma Gesù li
respinge con decisione.

In questi ultimi tempi siamo testimoni di interventi dei Pastori della
Chiesa italiana per bloccare una possibile legge sulle 'unioni civili' e
questi interventi mi turbano e mi avviliscono. Fra l'altro stanno
innescando polemiche che non aiutano la crescita delle coscienze di
tutti, cristiani e non, e riaccendono un tipo di anticlericalismo che
credevamo sepolto da tempo.

I Vescovi italiani stanno cercando di far passare, con operazioni di
vertice, ciò che forse non è nemmeno opinione comune dei cattolici
italiani, dimostrano così di non fidarsi della loro capacità di
discernimento e ammettono implicitamente di non essere in grado di
stabilire una comunicazione seria e profonda nella Chiesa. Ma in questo
modo si sostituiscono alle Comunità cristiane, non le interpellano, non
le ascoltano. Se la Chiesa è Popolo, Comunità e non un esercito,
nessuno, nemmeno il Papa, si può arrogare il diritto di parlare a nome
di tutti su questi temi.

Poco tempo fa anche il Capo dello Stato italiano ha fatto un intervento
davvero preoccupante che offende la Chiesa come presenza inerme e senza
potere, quale dovrebbe essere. Ma, in questo momento, la mia
preoccupazione non è per il Capo dello Stato; per dissentire da lui come
cittadino, ho altri spazi. Sono preoccupato per noi cristiani che queste
cose ce le facciamo dire senza reagire. Ha detto da Madrid il Capo dello
Stato, o almeno così è stato riportato dai giornali senza che nessuno lo
abbia smentito: "Non ho dubbi che si possa trovare una sintesi sulle
'unioni civili' (i cosiddetti PACS) tenendo conto delle preoccupazioni
espresse dal Pontefice e dalle gerarchie della Chiesa".

Non entro in merito alla questione delle 'unioni civili', avremo modo di
parlarne in altri momenti, io direi esattamente le stesse cose se la
Conferenza Episcopale Italiana (la CEI) sostenesse il contrario. Voglio
sottolineare il 'modo' con cui la Chiesa si pone in rapporto
all'autorità civile, il mio discorso è ecclesiale.

In questo modo, non sono i cattolici presenti in Parlamento, ma i
dirigenti della Chiesa a diventare interlocutori necessari per definire
una legge dello Stato! E questo non è solo avvilente per i cittadini
italiani, non è solo la morte dello Stato laico, ma è la morte della
Chiesa, che è quello su cui mi interessa riflettere con voi in questa
omelia.

Se i cattolici italiani sono convinti che questa legge non s'ha da fare,
sostengano le loro convinzioni nel confronto con i loro concittadini e
con i loro Parlamentari di riferimento, ma non accettino l'intromissione
dell'istituzione ecclesiastica con i suoi patteggiamenti di vertice.

Ci si stupisce se la gente si allontana dalla pratica religiosa, ma
questa immagine di una Chiesa faccendiera e armeggiona non può che
allontanare!

Infine, qualcuno potrebbe pensare che nella Chiesa non è corretto
opporsi ai Pastori. Ma nell'esperienza biblica il credente lotta con Dio
in nome della sua fede, (pensate a Giacobbe o a Giobbe), figuratevi se
non potrà misurarsi con i fratelli nella fede, anche se Vescovi! Chi
sostiene che questa è 'empietà', è un idolatra! Amare la Chiesa vuol
dire starci in 'fedeltà' e 'libertà', anzi direi che solo chi è libero
può essere fedele, diversamente è schiavitù o piaggeria.

Ditemi voi, quando i Pastori della Chiesa onoravano la tortura e la pena
di morte, condannavano la libertà di religione e di stampa, chi amava di
più la Chiesa, chi taceva per non compromettersi o per il quieto vivere,
o chi si opponeva apertamente, rischiando la persecuzione o
l'emarginazione? E' urgente rispondere a questa domanda! Oggi, secondo
me, siamo in un altro di quei momenti cruciali.

Ho trovato un interessante intervento di Paolo VI e del Cardinal
Ratzinger su questo argomento, ve li ripropongo. Io mi ci riconosco in
pieno, mi sembra di essere in buona compagnia!

Ha detto Paolo VI nel 1969:

Nella misura in cui faremo più attenzione allo Spirito Santo, potremo
entrare in un periodo di maggiore libertà nella vita della Chiesa e di
conseguenza per ciascuno dei suoi figli.
Questa libertà data dallo Spirito Santo significherà meno obblighi
legali, meno inibizioni interiori; la disciplina formale sarà ridotta,
ogni arbitrio sarà abolito e così ogni intolleranza e ogni assolutismo.
Il Codice di Diritto Canonico sarà semplificato, l'esercizio
dell'autorità temperato, il senso della libertà dei figli di Dio sarà
promosso.


Nel 1998 scriveva il Card. Ratzinger:

" - Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è
libertà. - (II Corinti 3,17)
Per questo quanti più apparati ecclesiali noi costruiamo, anche i più
moderni, tanto meno c'è spazio per lo Spirito Santo. Tanto più diamo
importanza alla Chiesa, tanto più togliamo importanza allo Spirito
Santo.
lo penso che nella Chiesa, a tutti i livelli, noi dovremmo, sotto questo
punto di vista, iniziare un esame di coscienza senza riserve. Questo
esame di coscienza dovrebbe avere conseguenze concrete per far
trasparire il volto autentico della Chiesa.
Solo se lo Spirito Santo torna ad essere il Signore al centro della
Chiesa, è possibile che la Chiesa diventi per molti, un trovarsi a casa
propria in modo completamente nuovo, in uno spazio di libertà".


http://www.parrocchiadipaterno.it/PDF/5%20omelia%20pacs.pdf
--
Luca Logi - Firenze - Italy e-mail: ***@dada.it
Mauro
2007-04-20 20:59:50 UTC
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Post by Luca Logi
Avverto che è roba forte. Prima di leggere mandate a
letto bambini e persone sensibili.
(...)
leggendo questa omelia questo prete sarebbe un ottimo
assistente spirituale per il movimento "noi siamo Chiesa."
E credo che questa sua omelia se venisse inviato come post su ICC
non sarebbe approvata dai cattolici moderatori di tale cattolico newsgroup
:-(
Luca Logi
2007-04-20 21:29:31 UTC
Permalink
Post by Mauro
leggendo questa omelia questo prete sarebbe un ottimo
assistente spirituale per il movimento "noi siamo Chiesa."
E credo che questa sua omelia se venisse inviato come post su ICC
non sarebbe approvata dai cattolici moderatori di tale cattolico newsgroup
Per quello che ne so, ma non ne sono sicuro, il prete in questione non
ha troppa simpatia per i movimenti, preferendo le parrocchie (vorrei
dire in carne ed ossa, forse bisogna dire in terra muri e persone). Nei
prossimi giorni invierò il resoconto di un incontro fra lui, la sua
comunità parrocchiale ed il card. Piovanelli quando era ancora
arcivescovo di Firenze che mi sembra molto interessante.

Quello che fanno su icc non mi interessa più di tanto, ma non intendo
comunque commentare delle supposizioni. Se proprio vuoi vedere che
succede prova ad inviarlo tu. Non mi interessa di fare polemiche; mi
interessa piuttosto di notare i due passi in cui sia Paolo VI che il
card. Ratzinger descrivono una chiesa futura che sotto la guida dello
Spirito Santo potrebbe perdere parte delle caratteristiche che oggi la
rendono legata. Quando si leggono queste cose si sente quello che don
Milani chiamava "un soffio di aria di Nazareth".

Sia ad uso degli scandalizzabili che delle persone di penna svelta,
ricordo che don Fabio Masi iniziò la conferenza di cui raccontavo tempo
fa precisando che in curia sapevano benissimo come lui la pensa su
diversi argomenti, e che lo sa benissimo anche l'arcivescovo.
All'arcivescovo ha detto: se non va bene come la penso, levatemi la
parrocchia. Però non chiedetemi di dire cose che non penso.
--
Luca Logi - Firenze - Italy e-mail: ***@dada.it
Home page: http://www.angelfire.com/ar/archivarius
(musicologia pratica)
Mauro
2007-04-21 07:06:07 UTC
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Post by Luca Logi
(...)
All'arcivescovo ha detto: se non va bene
come la penso, levatemi la parrocchia.
Però non chiedetemi di dire cose che non penso.
e' molto coraggioso questo
(altri userebbero parole come integrita', forse)
Lui rispecchia uno dei due diversi atteggiamenti che vedo nella CC,
il "noi siamo Chiesa" che aldila' del movimento omonimo
vede la Chiesa quale l'insieme di tutti i fedeli
che grazie a Battesimo e Spirito Santo rappresentano loro la Chiesa,
una Chiesa le cui opinioni possono essere diverse dalla gerarchia, dai
"pastori".
"pastori" che devono ricordare che nella Chiesa l'unica vero pastore e'
Gesu' Cristo
e loro sono "solo" dei fratelli al servizio degli altri fratelli.
Nessun etimologico "clero" contrapposto all'etimologico "volgo" (e nobilta')
ma solo servitori di Cristo e dei fratelli, questo dovrebbe essere il clero
nella Chiesa.

anche questo mio post su ICC non passerebbe
ma se Angela e Federico vogliono possono intervenire.

ciao,
Mauro (non cristiano)
Benedetto Zaccaria
2007-04-21 10:01:40 UTC
Permalink
Post by Luca Logi
Sia ad uso degli scandalizzabili che delle persone di penna svelta,
ricordo che don Fabio Masi iniziò la conferenza di cui raccontavo tempo
fa precisando che in curia sapevano benissimo come lui la pensa su
diversi argomenti, e che lo sa benissimo anche l'arcivescovo.
All'arcivescovo ha detto: se non va bene come la penso, levatemi la
parrocchia. Però non chiedetemi di dire cose che non penso.
Beh....non caapisco sinceramente cosaa ci sia da scandalizzarsi.

Mi pare che i dissensi di un certo Franceso da Assisi fossero ben piu'
radicali, ed eran tempi perigliosi assai, per i dissidenti.

L'unico vero guaio e' che siamo bordeline con la superbia : non
farebbe male, Don Masi a rinfrescarsi con qualche lettura francescana,
e per il resto che ci pensi, per l'appunto, lo Spirito Santo.




Benedetto Zaccaria
Mauro
2007-04-21 10:18:45 UTC
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Post by Benedetto Zaccaria
L'unico vero guaio e' che siamo bordeline con la superbia
oddio, pure la consapevolezza di essere figlio di Dio
potrebbe apparire borderline con la superbia.
apparire, non essere.
Al contrario un depresso puo' apparire umile,
ma anche qui apparire, non essere.

Mauro
Luca Logi
2007-04-21 11:36:50 UTC
Permalink
Post by Benedetto Zaccaria
L'unico vero guaio e' che siamo bordeline con la superbia : non
farebbe male, Don Masi a rinfrescarsi con qualche lettura francescana,
e per il resto che ci pensi, per l'appunto, lo Spirito Santo.
Guarda, sto pensando sia a te che a lui. Penso che se vi conosceste
andreste d'accordissimo. Anzi, sospetterei che siate stati separati alla
nascita :-)
--
Luca Logi - Firenze - Italy e-mail: ***@dada.it
Home page: http://www.angelfire.com/ar/archivarius
(musicologia pratica)
vidimarte
2007-04-21 21:47:30 UTC
Permalink
Post by Mauro
Post by Luca Logi
Avverto che è roba forte. Prima di leggere mandate a
letto bambini e persone sensibili.
(...)
leggendo questa omelia questo prete sarebbe un ottimo
assistente spirituale per il movimento "noi siamo Chiesa."
E credo che questa sua omelia se venisse inviato come post su ICC
non sarebbe approvata dai cattolici moderatori di tale cattolico newsgroup
:-(
Perchè la si dovrebbe inviare ai cattolici separatisti di ICC?
E' ovvio che non lo pubblicherebbero, ma se anche così fosse cosa
cambierebbe?
Non pubblicherebbero mai nessuna discussione successiva se non le
loro.

La Chiesa è in difficoltà e lo si vede a partire da quello che dice la
CEI e ma soprattutto di come lo dice e da chi si fà 'difendere' .

Recentemente ho sentito una biliosa e vergognosa uscita del solito
Socci ospite da Ferrara contro Papa Giovanni XXIII e la Chiesa troppo
'debole'.
Penso che con certa gente non si debba neppure discutere, però è
esemplicativo parlarne, lo farò in un altro post.


Vidimarte
Mauro
2007-04-21 22:11:45 UTC
Permalink
Post by vidimarte
Recentemente ho sentito una biliosa e vergognosa uscita
del solitoSocci ospite da Ferrara contro Papa Giovanni XXIII
e la Chiesa troppo 'debole'.
si, facendo zapping l'ho vista anche io.
In trasmissione c'era un prete che non mi pare abbia reagito alle
affermazioni di Socci.
Che avrei detto io se fossi stato "quel" prete ?
avrei detto a Socci che quanto lui Socci diceva di Giovanni XXIII
e la Chiesa troppo debole verso il comunismo
erano le stesse accuse degli anticlericali verso il papa Pio XII
e la Chiesa troppo debole verso il nazismo.

questo io avrei detto se fossi stato prete a Socci.


ciao,
Mauro
pmaktum
2007-04-22 09:44:52 UTC
Permalink
Post by Luca Logi
La Chiesa, il 'Popolo di Dio' quindi è inviato per raccontare un Dio che
ama tanto questo mondo, fino ad annullarsi sul patibolo della Croce.
Tempo fa fui colpito dalla risposta di un sacerdote ad un post di
Leo_Nero
su ICR. Riporto il post per comodità:

*---------------------
Post by Luca Logi
Certo, ma non dimentichiamo che Cristo ci ha salvato "per mezzo" della
croce.
Non basta l'incarnazione, occorreva per forza la passione (e poi la
resurrezione).
Ma l'evento centrale è la passione.
Non sono cristiano e lo sapete da un pezzo ma,
ancora oggi non sono riuscito a capire quale ragionamento
facciano i cristiani per scrivere le frasi riportate qua sopra.
Al mio sentire sono prive di senso.
Anche prendendo per buono tutto il racconto cristiano della creazione,
peccato originale compreso, che ad orecchie non cristiane
stona terribilmente anch'esso...
che merito puo' avere un 'dio' nel fare una umana esperienza di
tortura e di morte quando, essendo appunto un 'dio',
ne emerge vispo e brillante come al solito ?
E che senso ha per un 'dio' far soffrire e morire temporaneamente
una forma di se stesso con l'intento, così facendo,
di 'salvare' dalla sua stessa ira le sue creature ?

Nessuno fino ad ora e' riuscito a spiegarmelo in dieci righe
e per me rimangono pensieri privi di senso.

Leo_Nero
*--------------------------
Post by Luca Logi
Neanch'io te lo so spiegare.
pmaktum
Aguirre che si firma il Traditore
2007-04-23 11:17:03 UTC
Permalink
Post by pmaktum
Nessuno fino ad ora e' riuscito a spiegarmelo in dieci righe
e per me rimangono pensieri privi di senso.
Io purtroppo ho smarrito momentaneamente il libro cui avrei fatto
riferimento e mi trovo in difficoltà a riassumere il concetto a memoria
senza dare un'occhiata alle sottolineature che ho fatto ai passaggi chiave.

Si trattava di un testo di René Girard.

E' una faccenda di miti, religioni e civiltà. Prima della venuta di Cristo
nella ricostruzione dell'antropologo e filosofo francese, le culture che
fino ad allora si erano affacciate sulla terra, sebbene differenti tra loro
in maniera non esiziale, avevano in comune la tendenza a fabbricare i
cosiddetti "miti".

Peculiarità del mito, secondo Girard, era raccontare più o meno sempre lo
stesso tipo di storie: a un certo punto la violenza sociale si incanalava...
si sfogava... su un malcapitato incolpato di tutti i mali possibili e
inimmaginabili suo malgrado. Poteva trattarsi di un cieco, di uno storpio, o
magari di Edipo, che seppure di fatto non era a conoscenza di fornicare con
la propria madre, e quindi per certi versi innocente, veniva considerato
colpevole dal resto della società che poteva così perpetrarsi attraverso il
meccanismo del "capro espiatorio": a un certo punto, per salvaguardare il
bene e il benessere comune, la società sfogava la violenza distruttiva
inevitabile in ogni contesto sociale contro una figura che faceva da
parafulmine.

Senza questa figura chiave la società avrebbe sfogato su di sé la violenza.
Gli impulsi distruttivi sarebbero stati esperiti nella vita di tutti i
giorni.

Leggendo i miti come quello di Edipo, non c'è da parte dell'autore - almeno
secondo Girard - una chiara indicazione dell'innocenza di colui che verrà
condannato dalla folla.
Non solo: poiché si riconosce che il capro espiatorio è stato utile ad
incanalare la violenza collettiva che altrimenti avrebbe trovato altri
sbocchi, la figura del capro espiatorio assume contorni sacrali e divini,
come se fosse stato inviato sulla terra dalla divinità appositamente per
evitare che tutto quanto degenerasse.
Nella visione delle religioni pre cristiane è Dio che manda sulla terra un
colpevole su cui la folla si può sfogare.

Fino al cristianesimo dunque le religioni nascono, o perlomeno si
sviluppano, ma potrei dire anche si dimostrano utili ad incanalare la
violenza naturale nei cosiddetti "riti". La religione assume il monopolio
della violenza.

Il cristianesimo, apparentemente, ha i medesimi contorni di questi miti.
Solamente che, là dove nel mito la folla (ma anche, tra virgolette, l'io
narrante, cioè la storia in sé) era assolutamente concorde nel ritenere che
il capro espiatorio meritasse la morte, nel cristianesimo appare chiaro che
Gesù deve perire per un atto di ingiustizia. Anzitutto qualcuno lo difende:
ad esempio la madre e alcuni discepoli; persino Pilato, se vogliamo. In
seconda battuta viene condannato a morte da una folla che fino a pochi
giorni prima aveva avuto il coraggio di acclamarlo. C'è un ribaltamento di
prospettiva rispetto ai miti: in quelli, tutto sommato, concordemente si
condannava un colpevole. Qui si condanna un innocente.

La società che deriva dal cristianesimo, a differenza dalle società che si
fondavano su altri miti, sono consapevoli della cattiveria e
dell'ingiustizia insita nelle folle. Mentre le società antiche, di fatto,
non avevano mai fatto i conti con il concetto di vittima, con il
cristianesimo ad essere messo al centro improvvisamente è il debole, colui
che nei modi più disparati viene vessato dalle maggioranze.

E' di fatto la fine del concetto di capro espiatorio.

Tu domandi: come mai Dio ha dovuto sacrificare se stesso e non ha trovato
un'altra maniera? Nell'ottica di Girard, se non l'ho intesa male, Dio
sacrifica se stesso per porre fine al meccanismo della violenza
ingiustificata contro un innocente. E' come se Dio avesse inteso operare una
rivoluzione culturale che non sarebbe stata possibile senza l'interruzione
del meccanismo del mito.

A livello culturale come si modifica la società del mito all'incontrario? A
livello culturale, legislativo e via dicendo si costruiscono codici e modi
di vedere che tengono in considerazione le ragioni dei più deboli. Non
sempre, concretamente, ciò avviene. Ma come faceva notare Nietzsche nelle
società antiche vale la morale di padroni: il forte, il bello, il ricco, il
virtuoso e via dicendo meritano il meglio, e chi non ce la fa è colpevole;
nella società moderna l'attenzione è riservata alle "vittime". Tutto sommato
è innegabile che la cultura occidentale contemporanea si forma sul
meccanismo vittimario: al centro ci sono le vittime dello sterminio nazista,
delle guerre, delle ingiustizie sociali ed economiche.
Nell'ottica di Girard ciò non è né naturale né scontato: la nuova ottica
nasce con il cristianesimo. Con la dimostrazione dell'immoralità del mito.
Ed è la Resurrezione che rende possibile che ciò accada: Pietro, prima che
Gesù risorga, lo rinnega tre volte. Se Gesù fosse stato ucciso senza essere
resuscitato, Pietro e gli altri scettici del giorno dopo, non avrebbero
avuto modo di distinguersi dalla folla che l'ha voluto condannare. Con la
Resurrezione gli apostoli e coloro che ne ricevono la notizia nei secoli
successivi si rendono conto che Gesù era innocente senza tema di smentita.

Il concetto di giustizia occidentale è un concetto di derivazione cristiana.
Fosse per i greci - ma questo lo dico io, non è scritto nel libro - la
schiavitù e la tortura (vd. Platone che più volte, ad esempio in Gorgia,
parla di sane e meritate bastonature) sarebbero legittimate.

A detta di Girard che lo voglia o no il cristianesimo costituisce di per sé
una critica e una presa di distanza da tutti i culti arcaici o basati su una
diversa concezione dei miti e della violenza di massa; ad un'analisi attenta
si scopre che nella Bibbia la folla non sta mai dalla parte della ragione.
pmaktum
2007-04-23 20:45:45 UTC
Permalink
"Aguirre che si firma il Traditore"
Post by Aguirre che si firma il Traditore
Post by pmaktum
Nessuno fino ad ora e' riuscito a spiegarmelo in dieci righe
e per me rimangono pensieri privi di senso.
Tu domandi: come mai Dio ha dovuto sacrificare se stesso e non ha trovato
un'altra maniera? Nell'ottica di Girard, se non l'ho intesa male, Dio
sacrifica se stesso per porre fine al meccanismo della violenza
ingiustificata contro un innocente. E' come se Dio avesse inteso operare una
rivoluzione culturale che non sarebbe stata possibile senza
l'interruzione
Post by Aguirre che si firma il Traditore
del meccanismo del mito.
E da quando si sarebbe posto fine a questo meccanismo?
A me sembra ancora in funzione. E poi: Dio che ha interesse
ad una "rivoluzione culturale"? Dio come Mao?
Ma andiamo...credo che nessun sacerdote o teologo si azzarderebbe
a dare spiegazioni di questo tipo.

E poi queste sono spiegazioni "antropologiche".
Mancano del tutto i collegamenti con altri significati, ben
più importanti, come quello redentivo.

pmaktum
Aguirre che si firma il Traditore
2007-04-24 10:09:28 UTC
Permalink
Post by pmaktum
E da quando si sarebbe posto fine a questo meccanismo?
Da quando con il cristianesimo il meccanismo del capro espiatorio è stato
smascherato e dunque non più replicato.
Post by pmaktum
E poi: Dio che ha interesse
ad una "rivoluzione culturale"? Dio come Mao?
Non è solo una rivoluzione culturale. E' una rivoluzione religiosa. La
morte - e resurrezione - di Dio simbolicamente rappresenta la morte di un
sistema religioso e la nascita di un altro.
Post by pmaktum
Ma andiamo...credo che nessun sacerdote o teologo si azzarderebbe
a dare spiegazioni di questo tipo.
Purtroppo il mio è stato un mediocre riassunto di un unico libro di questo
Girard. Ma non sarei così certo di definire che nessun cattolico prende per
buone le sue teorie. Io ad esempio lavoro con un tizio che è stato
assistente di un altro tizio che detiene una cattedra di teologia
all'università cattolica di Milano il quale è un patito di Girard.

Qui c'è un buon bigino del pensiero di questo Girard:

http://www.filosofico.net/renegirard.htm

magari gli rende più giustizia di quanto non abbia fatto io.
Post by pmaktum
E poi queste sono spiegazioni "antropologiche".
Mancano del tutto i collegamenti con altri significati, ben
più importanti, come quello redentivo.
Te l'ho detto: io ho riassunto un'opera di carattere antropologico. Ma basta
fare due più due: l'umanità dall'avvento del nuovo meccanismo religioso che
mette al centro le vittime anziché linciarle, ne risulta trasformata.
Perlomeno nelle intenzioni. Ma anche un po' dei fatti. Il diritto
occidentale è di derivazione cristiana. Mi sembra un passo avanti, dal punto
di vista etico, rispetto al codice di Hammurabi. No?
Paolo67
2007-04-24 12:07:31 UTC
Permalink
Il 24 Apr 2007, 12:09, "Aguirre che si firma il Traditore"
Post by Aguirre che si firma il Traditore
Da quando con il cristianesimo il meccanismo del capro espiatorio è stato
smascherato e dunque non più replicato.
Nooooo, Girard noooooooooo!!!

;-)

Paolo


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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Aguirre che si firma il Traditore
2007-04-24 10:17:49 UTC
Permalink
"Aguirre che si firma il Traditore" <***@hotmail.it> ha
scritto nel messaggio news:462dd756$0$10621
Post by Aguirre che si firma il Traditore
http://www.filosofico.net/renegirard.htm
Da cui vado a trarre questo pezzo:


Ed ecco il ruolo fondamentale di Cristo: egli essendo della stessa sostanza
del Padre, possedendo un'essenza metafisica è immune al contagio mimetico
potendo così osservare il meccanismo vittimario dall'esterno in modo tale da
svelarne la violenza, la barbaria, il male e l'insensatezza. I Vangeli
perciò spazzano via i miti rivelandone il meccanismo, rivelando che la
vittima sacrificata ingiustamente non è colpevole, non deve essere immolata
poiché la violenza non scaccia la violenza, ma la crea, contribuisce a
costituire un circolo vizioso nel segno della violazione dei diritti umani.
Il capro espiatorio è anch'esso una persona, è una creatura di Dio. Girard
analizza, nella sua ultima opera[3], i Vangeli dal punto di vista
antropologico sottolineando il primato dell'insegnamento Giudaico-Cristiano
che si vota al rispetto della persona, alla tutela delle vittime innocenti e
immolate ingiustamente: "La Resurrezione di Cristo corona e porta a termine
il sovvertimento e la rivelazione della mitologia, dei riti, di tutto ciò
che assicura la fondazione e la perpetuazione delle culture umane. I Vangeli
rivelano tutto quello di cui gli uomini hanno bisogno per comprender la loro
responsabilità nelle infinite violenze della storia umana e nelle religioni
menzognere che ne derivano. (--) L'elaborazione mitica si fonda su un'ignoranza,
anzi su un’inconsapevolezza persecutoria che i miti non arrivano mai a
identificare, dal momento che ne sono dominati"[4]. Bisogna però specificare
che Girard non è un autore metafisico, ma che analizzando antropologicamente
i comportamenti umani, si rende conto dell’eccezionale "scoperta" che i
Vangeli e la Bibbia fanno sempre su un piano meramente antropologico.

L’autore francese identifica l’età pre cristiana (quella dei miti) con il
Regno di Satana: Satana è il portatore di violenza per eccellenza, è il
padre dei miti e della menzogna, è il fondatore del meccanismo vittimario in
quanto lo sostiene e ne è il fondamento. Cristo si rivolge così alle genti
parlando di Satana: "Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non
potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e
volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal
principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui.
Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della
menzogna" (Gv.8, 43-44). Non bisogna però intendere Satana dal punto di
vista religioso, ma da quello meramente antropologico: egli è il portatore
di scandali per eccellenza dove per scandalo s’intende il meccanismo
vittimario e le sue inevitabili conseguenze tragiche. Satana è, prendendo
alla lettera i testi evangelici, il Re delle Tenebre: secondo Girard le
tenebre non sono altro che una metafora per indicare la condizione di
accecamento della folla in preda a frenesia mimetica che non sa quello che
fa! Ecco perché Cristo in punto di morte chiede perdono per i suoi aguzzini
che non sanno quello che fanno: sono ancora incapaci di comprendere il male
che vanno a commettere e che le folle hanno commesso in secoli di storia
caratterizzata dai miti e dal processo vittimario. "E’ la famosa frase che
Gesù pronuncia dopo essere stato crocefisso: -Padre, perdonali perché non
sanno quello che fanno- (Luca, 23, 34). Come per le altre frasi di Gesù,
dobbiamo guardarci dallo svuotare queste parole dal loro senso fondamentale
riducendole a una formula retorica, a un’iperbole lirica. Ancora una volta
bisogna prendere Gesù alla lettera. Egli descrive l’incapacità, da parte
della folla scatenata, di vedere la frenesia mimetica che la scatena. I
persecutori credono di << far bene >> e sono convinti di operare per la
verità e la giustizia, credono di salvare in tal modo la loro comunità"[5].
Ma come riesce Gesù a svelare il meccanismo vittimario consentendo agli
Apostoli di descriverlo nella sua brutalità nei Vangeli? Girard per
rispondere a questa essenziale domanda analizza la persecuzione di Cristo da
un punto di vista antropologico raffrontandola con il classico processo del
capro espiatorio tipico della mitologia. Innanzitutto sostiene che fino al
momento della Resurrezione il procedimento è quasi uguale: la comunità
giudaica si sente minacciata dalle predicazioni di Cristo ed individua in
lui un perfetto capro espiatorio. Pilato, comprendendo la situazione critica
venutasi a creare, preferisce assecondare la folla ostile a Gesù mettendo la
sua sorte in mano al popolo. In preda a frenesia mimetica il popolo,
unanime, lo condanna a morte. Anche i discepoli sembrano essere inglobati
nel contagio mimetico: infatti Pietro rinnega il suo Maestro non volendo
contestare l’opinione comune nel rischio di essere immolato anch’egli.
Tuttavia la vera unicità del messaggio cristiano sta nella Resurrezione: se
il primo transfert, quello dell’aggressività è stato compiuto, quello
conclusivo invece viene evitato, per la prima volta il meccanismo vittimario
è sconfitto, Satana è stato sconfitto. Già il Venerdì Santo i fenomeni
atmosferici descritti dai Vangeli al momento della morte di Cristo fanno
sorgere una minoranza contestataria: alcuni persecutori si rendono conto del
proprio errore, capiscono che hanno commesso un atto ingiustificato,
riconoscono l’unicità di colui che hanno crocefisso. Ma questo non sarebbe
sufficiente. Dopo tre giorni Gesù appare, Risorto, agli Apostoli, porta con
sé il dono della Grazia, lo Spirito Santo, la Redenzione dell’umanità
colpevole per secoli di aver messo a morte o espulso ingiustamente dei loro
simili, degli uomini anch’essi figli di Dio. Attraverso i Vangeli Matteo,
Marco, Luca e Giovanni fanno conoscere il messaggio di Cristo, rendono
consapevoli le comunità della falsità del Regno di Satana (mitologia,
processo vittimario) e del primato del Regno di Dio che è il Regno dell’Amore,
del Perdono, della vita pacifica, del riconoscimento dei diritti umani, del
riconoscimento dell’inviolabilità della persona in quanto creatura divina.
Non ci devono essere più vittime espiatorie, mai più sacrifici inconsistenti
e ininfluenti per il raggiungimento della pace sociale. Il Cristianesimo
segna il trionfo della Croce e la sconfitta di Satana che "cade come la
folgore", vede infrangere il suo principato votatosi alla violenza mimetica:
"Il trionfo della Croce non è ottenuto in alcun modo con la violenza, ma al
contrario è il frutto di una rinuncia così totale alla violenza che quest’ultima
può scatenarsi a sazietà su Cristo, senza sospettare di rendere palese
proprio con il suo comportamento ciò che le sarebbe vitale nascondere, senza
sospettare che tale scatenamento le si ritorce stavolta contro, perché sarà
registrato e rappresentato nella maniera più esatta nei resoconti della
Passione (i Vangeli)"[6]. Ed ancora: "La sofferenza sulla Croce è il prezzo
che Gesù accetta di pagare per offrire all’umanità questa rappresentazione
vera dell’origine di cui resta prigioniera, e per privare a lunga scadenza
il meccanismo vittimario della sua efficacia"[7]. Qualora non ci fossero
stati i Vangeli l’umanità sarebbe tutt’ora sottoposta ai processi che
culminano con il sacrificio del capro espiatorio, con atti di
pseudo-giustizia sommaria, con atti di usurpazione del potere: "E’ laddove
non è rappresentata che la frenesia mimetica può esercitare un ruolo
generatore per il fatto stesso che non è rappresentata. (…) Le società
mitico-rituali sono prigioniere di una circolarità mimetica alla quale non
possono sottrarsi proprio perché non la identificano"[8]. Gesù, con i suoi
comportamenti, istituisce un contro-modello cristiano che, opponendosi a
quello tipico della mitologia, fa sì che chi lo segue interrompe il ciclo di
violenza satanico infrangendo la barriera della folla unanime che si scaglia
contro il capro espiatorio. Per la prima volta una minoranza contestataria
segue Cristo e non la folla, segue il modello buono. Imitare Cristo
significa imitare indirettamente Dio.

Oltre alle sostanziali differenze che ho fin qui menzionato Girard sostiene
che se da un lato nei miti la narrazione vede come soggetto la folla
scatenata contro una vittima colpevole, i Vangeli invece narrano le vicende
di Cristo, soggetto, come vittima innocente sacrificata per il bene dell’umanità.
Si potrebbe pensare che anche la Crocifissione faccia parte del meccanismo
"violenza scaccia violenza" e ciò non è sbagliato, ma se nella mitologia
questo circolo è infinito, sempre necessario, con la morte di Gesù invece
esso ha termine una volta per tutte: la violenza tutti contro uno non sarà
più, almeno in teoria, fondamentale, Cristo ha rivelato ed introdotto il
Regno dell’Amore di Dio, del rispetto per la persona umana ei suoi diritti.

Tuttavia la storia sembrerebbe contraddire la teoria girardiana: analizzando
ad esempio le persecuzioni razziali, l’Olocausto, i processi per stregoneria
ed i roghi medievali si potrebbe concludere che il messaggio di Gesù è stato
ininfluente e insignificante. Queste sono infatti le maggiori argomentazioni
utilizzate da chi si oppone al Cristianesimo definendolo una religione che
non condanna la violenza e che non presta la dovuta attenzione alle vittime
sacrificali. Tuttavia l’antropologo francese specifica come queste accuse
non sussistano: la rivoluzione concreta operata dai Vangeli e dalla Bibbia
consiste nell’aver formato una minoranza contestataria, anche esigua come ad
esempio erano ab origine gli Apostoli, capace di riconoscere i tentativi di
meccanismo vittimario (consustanziali all’uomo) e di conseguenza ferma nel
condannarli. Qualora non ci fossero stati gli anti nazisti il progetto di
Hitler avrebbe trionfato: il mondo avrebbe visto lo sterminio degli Ebrei
come un qualcosa di giusto e necessario! Lo stesso vale per i roghi
medievali condannati attualmente dal Santo Padre che più d’una volta ha
chiesto perdono per la morte di vittime innocenti. Ed è in questo frangente
che si deve introdurre il discorso sul sistema giuridico a cui Girard dedica
varie pagine nelle sue opere. Innanzitutto afferma quanto segue: "Esaminiamo
in primo luogo il piatto della bilancia che contiene i nostri successi: dall’alto
Medioevo in poi, tutte le grandi istituzioni umane si evolvono nel medesimo
senso, il diritto pubblico e privato, la legislazione penale, la pratica
giudiziaria, lo statuto giuridico delle persone. All’inizio tutto si
modifica assai lentamente, ma il ritmo si accelera sempre più nel corso del
processo e, se esaminiamo le cose nel loro insieme, vediamo che l’evoluzione
va sempre nella stessa direzione, l’addolcimento delle pene, la protezione
crescente delle vittime potenziali. La nostra società ha abolito la
schiavitù e poi l’asservimento. (…) Ogni giorno si varcano nuove soglie. (…)
L’unica voce sotto la quale si può raccogliere ciò che sto qui sintetizzando
alla rinfusa, e senza alcuna pretesa di completezza, è la preoccupazione
verso le vittime"[9]. Questa preoccupazione per le vittime innocenti è in
linea con quanto il Regno di Dio prevede ossia il perdono ed il rispetto
reciproco. E di conseguenza tali aspetti andranno sicuramente a costituire i
molteplici sistemi giuridici tipici dello stato democratico fondato grazie
all’insegnamento cristiano.
Aguirre che si firma il Traditore
2007-04-24 13:27:18 UTC
Permalink
"Aguirre che si firma il Traditore" <***@hotmail.it> ha
scritto nel messaggio news:462dd756$0$10621
Post by Aguirre che si firma il Traditore
http://www.filosofico.net/renegirard.htm
Da cui vado a trarre questo pezzo:


Ed ecco il ruolo fondamentale di Cristo: egli essendo della stessa sostanza
del Padre, possedendo un'essenza metafisica è immune al contagio mimetico
potendo così osservare il meccanismo vittimario dall'esterno in modo tale da
svelarne la violenza, la barbaria, il male e l'insensatezza. I Vangeli
perciò spazzano via i miti rivelandone il meccanismo, rivelando che la
vittima sacrificata ingiustamente non è colpevole, non deve essere immolata
poiché la violenza non scaccia la violenza, ma la crea, contribuisce a
costituire un circolo vizioso nel segno della violazione dei diritti umani.
Il capro espiatorio è anch'esso una persona, è una creatura di Dio. Girard
analizza, nella sua ultima opera[3], i Vangeli dal punto di vista
antropologico sottolineando il primato dell'insegnamento Giudaico-Cristiano
che si vota al rispetto della persona, alla tutela delle vittime innocenti e
immolate ingiustamente: "La Resurrezione di Cristo corona e porta a termine
il sovvertimento e la rivelazione della mitologia, dei riti, di tutto ciò
che assicura la fondazione e la perpetuazione delle culture umane. I Vangeli
rivelano tutto quello di cui gli uomini hanno bisogno per comprender la loro
responsabilità nelle infinite violenze della storia umana e nelle religioni
menzognere che ne derivano. (--) L'elaborazione mitica si fonda su un'ignoranza,
anzi su un'inconsapevolezza persecutoria che i miti non arrivano mai a
identificare, dal momento che ne sono dominati"[4]. Bisogna però specificare
che Girard non è un autore metafisico, ma che analizzando antropologicamente
i comportamenti umani, si rende conto dell'eccezionale "scoperta" che i
Vangeli e la Bibbia fanno sempre su un piano meramente antropologico.

L'autore francese identifica l'età pre cristiana (quella dei miti) con il
Regno di Satana: Satana è il portatore di violenza per eccellenza, è il
padre dei miti e della menzogna, è il fondatore del meccanismo vittimario in
quanto lo sostiene e ne è il fondamento. Cristo si rivolge così alle genti
parlando di Satana: "Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non
potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e
volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal
principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui.
Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della
menzogna" (Gv.8, 43-44). Non bisogna però intendere Satana dal punto di
vista religioso, ma da quello meramente antropologico: egli è il portatore
di scandali per eccellenza dove per scandalo s'intende il meccanismo
vittimario e le sue inevitabili conseguenze tragiche. Satana è, prendendo
alla lettera i testi evangelici, il Re delle Tenebre: secondo Girard le
tenebre non sono altro che una metafora per indicare la condizione di
accecamento della folla in preda a frenesia mimetica che non sa quello che
fa! Ecco perché Cristo in punto di morte chiede perdono per i suoi aguzzini
che non sanno quello che fanno: sono ancora incapaci di comprendere il male
che vanno a commettere e che le folle hanno commesso in secoli di storia
caratterizzata dai miti e dal processo vittimario. "E' la famosa frase che
Gesù pronuncia dopo essere stato crocefisso: -Padre, perdonali perché non
sanno quello che fanno- (Luca, 23, 34). Come per le altre frasi di Gesù,
dobbiamo guardarci dallo svuotare queste parole dal loro senso fondamentale
riducendole a una formula retorica, a un'iperbole lirica. Ancora una volta
bisogna prendere Gesù alla lettera. Egli descrive l'incapacità, da parte
della folla scatenata, di vedere la frenesia mimetica che la scatena. I
persecutori credono di << far bene >> e sono convinti di operare per la
verità e la giustizia, credono di salvare in tal modo la loro comunità"[5].
Ma come riesce Gesù a svelare il meccanismo vittimario consentendo agli
Apostoli di descriverlo nella sua brutalità nei Vangeli? Girard per
rispondere a questa essenziale domanda analizza la persecuzione di Cristo da
un punto di vista antropologico raffrontandola con il classico processo del
capro espiatorio tipico della mitologia. Innanzitutto sostiene che fino al
momento della Resurrezione il procedimento è quasi uguale: la comunità
giudaica si sente minacciata dalle predicazioni di Cristo ed individua in
lui un perfetto capro espiatorio. Pilato, comprendendo la situazione critica
venutasi a creare, preferisce assecondare la folla ostile a Gesù mettendo la
sua sorte in mano al popolo. In preda a frenesia mimetica il popolo,
unanime, lo condanna a morte. Anche i discepoli sembrano essere inglobati
nel contagio mimetico: infatti Pietro rinnega il suo Maestro non volendo
contestare l'opinione comune nel rischio di essere immolato anch'egli.
Tuttavia la vera unicità del messaggio cristiano sta nella Resurrezione: se
il primo transfert, quello dell'aggressività è stato compiuto, quello
conclusivo invece viene evitato, per la prima volta il meccanismo vittimario
è sconfitto, Satana è stato sconfitto. Già il Venerdì Santo i fenomeni
atmosferici descritti dai Vangeli al momento della morte di Cristo fanno
sorgere una minoranza contestataria: alcuni persecutori si rendono conto del
proprio errore, capiscono che hanno commesso un atto ingiustificato,
riconoscono l'unicità di colui che hanno crocefisso. Ma questo non sarebbe
sufficiente. Dopo tre giorni Gesù appare, Risorto, agli Apostoli, porta con
sé il dono della Grazia, lo Spirito Santo, la Redenzione dell'umanità
colpevole per secoli di aver messo a morte o espulso ingiustamente dei loro
simili, degli uomini anch'essi figli di Dio. Attraverso i Vangeli Matteo,
Marco, Luca e Giovanni fanno conoscere il messaggio di Cristo, rendono
consapevoli le comunità della falsità del Regno di Satana (mitologia,
processo vittimario) e del primato del Regno di Dio che è il Regno dell'Amore,
del Perdono, della vita pacifica, del riconoscimento dei diritti umani, del
riconoscimento dell'inviolabilità della persona in quanto creatura divina.
Non ci devono essere più vittime espiatorie, mai più sacrifici inconsistenti
e ininfluenti per il raggiungimento della pace sociale. Il Cristianesimo
segna il trionfo della Croce e la sconfitta di Satana che "cade come la
folgore", vede infrangere il suo principato votatosi alla violenza mimetica:
"Il trionfo della Croce non è ottenuto in alcun modo con la violenza, ma al
contrario è il frutto di una rinuncia così totale alla violenza che quest'ultima
può scatenarsi a sazietà su Cristo, senza sospettare di rendere palese
proprio con il suo comportamento ciò che le sarebbe vitale nascondere, senza
sospettare che tale scatenamento le si ritorce stavolta contro, perché sarà
registrato e rappresentato nella maniera più esatta nei resoconti della
Passione (i Vangeli)"[6]. Ed ancora: "La sofferenza sulla Croce è il prezzo
che Gesù accetta di pagare per offrire all'umanità questa rappresentazione
vera dell'origine di cui resta prigioniera, e per privare a lunga scadenza
il meccanismo vittimario della sua efficacia"[7]. Qualora non ci fossero
stati i Vangeli l'umanità sarebbe tutt'ora sottoposta ai processi che
culminano con il sacrificio del capro espiatorio, con atti di
pseudo-giustizia sommaria, con atti di usurpazione del potere: "E' laddove
non è rappresentata che la frenesia mimetica può esercitare un ruolo
generatore per il fatto stesso che non è rappresentata. (--) Le società
mitico-rituali sono prigioniere di una circolarità mimetica alla quale non
possono sottrarsi proprio perché non la identificano"[8]. Gesù, con i suoi
comportamenti, istituisce un contro-modello cristiano che, opponendosi a
quello tipico della mitologia, fa sì che chi lo segue interrompe il ciclo di
violenza satanico infrangendo la barriera della folla unanime che si scaglia
contro il capro espiatorio. Per la prima volta una minoranza contestataria
segue Cristo e non la folla, segue il modello buono. Imitare Cristo
significa imitare indirettamente Dio.

Oltre alle sostanziali differenze che ho fin qui menzionato Girard sostiene
che se da un lato nei miti la narrazione vede come soggetto la folla
scatenata contro una vittima colpevole, i Vangeli invece narrano le vicende
di Cristo, soggetto, come vittima innocente sacrificata per il bene dell'umanità.
Si potrebbe pensare che anche la Crocifissione faccia parte del meccanismo
"violenza scaccia violenza" e ciò non è sbagliato, ma se nella mitologia
questo circolo è infinito, sempre necessario, con la morte di Gesù invece
esso ha termine una volta per tutte: la violenza tutti contro uno non sarà
più, almeno in teoria, fondamentale, Cristo ha rivelato ed introdotto il
Regno dell’Amore di Dio, del rispetto per la persona umana ei suoi diritti.

Tuttavia la storia sembrerebbe contraddire la teoria girardiana: analizzando
ad esempio le persecuzioni razziali, l’Olocausto, i processi per stregoneria
ed i roghi medievali si potrebbe concludere che il messaggio di Gesù è stato
ininfluente e insignificante. Queste sono infatti le maggiori argomentazioni
utilizzate da chi si oppone al Cristianesimo definendolo una religione che
non condanna la violenza e che non presta la dovuta attenzione alle vittime
sacrificali. Tuttavia l’antropologo francese specifica come queste accuse
non sussistano: la rivoluzione concreta operata dai Vangeli e dalla Bibbia
consiste nell’aver formato una minoranza contestataria, anche esigua come ad
esempio erano ab origine gli Apostoli, capace di riconoscere i tentativi di
meccanismo vittimario (consustanziali all’uomo) e di conseguenza ferma nel
condannarli. Qualora non ci fossero stati gli anti nazisti il progetto di
Hitler avrebbe trionfato: il mondo avrebbe visto lo sterminio degli Ebrei
come un qualcosa di giusto e necessario! Lo stesso vale per i roghi
medievali condannati attualmente dal Santo Padre che più d’una volta ha
chiesto perdono per la morte di vittime innocenti. Ed è in questo frangente
che si deve introdurre il discorso sul sistema giuridico a cui Girard dedica
varie pagine nelle sue opere. Innanzitutto afferma quanto segue: "Esaminiamo
in primo luogo il piatto della bilancia che contiene i nostri successi: dall’alto
Medioevo in poi, tutte le grandi istituzioni umane si evolvono nel medesimo
senso, il diritto pubblico e privato, la legislazione penale, la pratica
giudiziaria, lo statuto giuridico delle persone. All’inizio tutto si
modifica assai lentamente, ma il ritmo si accelera sempre più nel corso del
processo e, se esaminiamo le cose nel loro insieme, vediamo che l’evoluzione
va sempre nella stessa direzione, l’addolcimento delle pene, la protezione
crescente delle vittime potenziali. La nostra società ha abolito la
schiavitù e poi l’asservimento. (…) Ogni giorno si varcano nuove soglie. (…)
L’unica voce sotto la quale si può raccogliere ciò che sto qui sintetizzando
alla rinfusa, e senza alcuna pretesa di completezza, è la preoccupazione
verso le vittime"[9]. Questa preoccupazione per le vittime innocenti è in
linea con quanto il Regno di Dio prevede ossia il perdono ed il rispetto
reciproco. E di conseguenza tali aspetti andranno sicuramente a costituire i
molteplici sistemi giuridici tipici dello stato democratico fondato grazie
all’insegnamento cristiano.
pmaktum
2007-04-24 14:45:37 UTC
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"Aguirre che si firma il Traditore"
Post by Aguirre che si firma il Traditore
Post by pmaktum
E da quando si sarebbe posto fine a questo meccanismo?
Da quando con il cristianesimo il meccanismo del capro espiatorio è stato
smascherato e dunque non più replicato.
Post by pmaktum
E poi: Dio che ha interesse
ad una "rivoluzione culturale"? Dio come Mao?
Non è solo una rivoluzione culturale. E' una rivoluzione religiosa. La
morte - e resurrezione - di Dio simbolicamente rappresenta la morte di un
sistema religioso e la nascita di un altro.
Post by pmaktum
Ma andiamo...credo che nessun sacerdote o teologo si azzarderebbe
a dare spiegazioni di questo tipo.
Purtroppo il mio è stato un mediocre riassunto di un unico libro di questo
Girard. Ma non sarei così certo di definire che nessun cattolico prende per
buone le sue teorie. Io ad esempio lavoro con un tizio che è stato
assistente di un altro tizio che detiene una cattedra di teologia
all'università cattolica di Milano il quale è un patito di Girard.
http://www.filosofico.net/renegirard.htm
Guarda che il libro ce l'ho a casa....
Post by Aguirre che si firma il Traditore
Post by pmaktum
E poi queste sono spiegazioni "antropologiche".
Mancano del tutto i collegamenti con altri significati, ben
più importanti, come quello redentivo.
Te l'ho detto: io ho riassunto un'opera di carattere antropologico. Ma basta
fare due più due: l'umanità dall'avvento del nuovo meccanismo religioso che
mette al centro le vittime anziché linciarle, ne risulta trasformata.
Perlomeno nelle intenzioni. Ma anche un po' dei fatti. Il diritto
occidentale è di derivazione cristiana. Mi sembra un passo avanti, dal punto
di vista etico, rispetto al codice di Hammurabi. No?
E Dio avrebbe armato 'sto po' po' de casino solo per arrivare 2000 anni
dopo
alla dichiarazione dei diritti dell'uomo? Che è di derivazione non
proprio
cristiana, non accenna ad alcun Dio e di contenuti fortemente avversati
per
lunghissimo tempo dalla Chiesa cattolica e mai ratificata dalla Santa
Sede?
Ammazza...

Comunque stiamo spostando il problema.
Il sangue di Cristo "lava" i peccati. La purificazione attraverso il
sangue era nota
da tempo, ma sconcerta che Dio usi questi metodi primitivi (Cristo viene
definito
"come ostia vivente, santa e gradita (!!) a Dio, e il cui sangue è
diventato strumento
di propiziazione (!) per i peccati di tutti gli uomini." Un vero rito
propiziatorio.

C'è uno strano parallelo: il Paradiso è meritato per grazia e l'Inferno
per giustizia,
cosa paradossale e certamente non simmetrica. Lo stesso è accaduto per
Adamo,
il quale per giustizia è stato condannato e con lui tutti noi; Gesù ci
ha giustificati,
ma per grazia ricevuta. Anche qui la asimmetria: a colpire ci si mette
un attimo,
mentre a riparare ci vogliono generazione, millenni o chissà cosa.
....Se poi si ripara...E Dio assomiglia sempre più a un creditore
incazzato nero
che chiede comunque qualcosa in cambio.

pmaktum
Aguirre che si firma il Traditore
2007-04-24 19:43:29 UTC
Permalink
Post by pmaktum
Post by Aguirre che si firma il Traditore
http://www.filosofico.net/renegirard.htm
Guarda che il libro ce l'ho a casa....
Quale? E l'hai letto?

Ad ogni modo eravamo partiti da alcune domande, mi pare: io ti avevo
premesso che non ero sicuro di avere la risposta giusta, ma una te ne ho
data. Tu domandavi che senso avesse per Dio inscenare la sua morte. Be',
nell'ottica descritta da Girard Dio inscena la sua morte per dimostrare
all'umanità che il meccanismo del capro espiatorio sul quale si sono fondate
le società pre cristiane non è un meccanismo gradito al divino che anzi
attraverso la propria morte e resurrezione opera in maniera da sovvertire
tale meccanismo e indirizzare la morale comune dalla morale che Nietzsche,
per ricitarlo, definiva dei signori, alla morale che sempre Nietzsche
definiva degli schiavi.
Post by pmaktum
E Dio avrebbe armato 'sto po' po' de casino solo per arrivare 2000 anni
dopo
alla dichiarazione dei diritti dell'uomo? Che è di derivazione non
proprio
cristiana, non accenna ad alcun Dio
Vado a citare un estratto dell'estratto già estratto :-)

I Vangeli perciò spazzano via i miti rivelandone il meccanismo, rivelando
che la vittima sacrificata ingiustamente non è colpevole, non deve essere
immolata poiché la violenza non scaccia la violenza, ma la crea,
contribuisce a costituire un circolo vizioso nel segno della violazione dei
diritti umani.
(...)
Girard analizza, nella sua ultima opera, i Vangeli dal punto di vista
antropologico sottolineando il primato dell'insegnamento Giudaico-Cristiano
che si vota al rispetto della persona, alla tutela delle vittime innocenti e
immolate ingiustamente: "La Resurrezione di Cristo corona e porta a termine
il sovvertimento e la rivelazione della mitologia, dei riti, di tutto ciò
che assicura la fondazione e la perpetuazione delle culture umane. I Vangeli
rivelano tutto quello di cui gli uomini hanno bisogno per comprender la loro
responsabilità nelle infinite violenze della storia umana e nelle religioni
menzognere che ne derivano. (--) L'elaborazione mitica si fonda su
un'ignoranza, anzi su un'inconsapevolezza persecutoria che i miti non
arrivano mai a identificare, dal momento che ne sono dominati"[4].
(...)
L'autore francese identifica l'età pre cristiana (quella dei miti) con il
Regno di Satana: Satana è il portatore di violenza per eccellenza, è il
padre dei miti e della menzogna, è il fondatore del meccanismo vittimario in
quanto lo sostiene e ne è il fondamento. Cristo si rivolge così alle genti
parlando di Satana: "Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non
potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e
volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal
principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui.
Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della
menzogna" (Gv.8, 43-44). Non bisogna però intendere Satana dal punto di
vista religioso, ma da quello meramente antropologico: egli è il portatore
di scandali per eccellenza dove per scandalo s'intende il meccanismo
vittimario e le sue inevitabili conseguenze tragiche. Satana è, prendendo
alla lettera i testi evangelici, il Re delle Tenebre: secondo Girard le
tenebre non sono altro che una metafora per indicare la condizione di
accecamento della folla in preda a frenesia mimetica che non sa quello che
fa! Ecco perché Cristo in punto di morte chiede perdono per i suoi aguzzini
che non sanno quello che fanno: sono ancora incapaci di comprendere il male
che vanno a commettere e che le folle hanno commesso in secoli di storia
caratterizzata dai miti e dal processo vittimario. "E' la famosa frase che
Gesù pronuncia dopo essere stato crocefisso: -Padre, perdonali perché non
sanno quello che fanno- (Luca, 23, 34). Come per le altre frasi di Gesù,
dobbiamo guardarci dallo svuotare queste parole dal loro senso fondamentale
riducendole a una formula retorica, a un'iperbole lirica. Ancora una volta
bisogna prendere Gesù alla lettera. Egli descrive l'incapacità, da parte
della folla scatenata, di vedere la frenesia mimetica che la scatena. I
persecutori credono di << far bene >> e sono convinti di operare per la
verità e la giustizia, credono di salvare in tal modo la loro comunità".
Ma come riesce Gesù a svelare il meccanismo vittimario consentendo agli
Apostoli di descriverlo nella sua brutalità nei Vangeli? Girard per
rispondere a questa essenziale domanda analizza la persecuzione di Cristo da
un punto di vista antropologico raffrontandola con il classico processo del
capro espiatorio tipico della mitologia. Innanzitutto sostiene che fino al
momento della Resurrezione il procedimento è quasi uguale: la comunità
giudaica si sente minacciata dalle predicazioni di Cristo ed individua in
lui un perfetto capro espiatorio. Pilato, comprendendo la situazione critica
venutasi a creare, preferisce assecondare la folla ostile a Gesù mettendo la
sua sorte in mano al popolo. In preda a frenesia mimetica il popolo,
unanime, lo condanna a morte. Anche i discepoli sembrano essere inglobati
nel contagio mimetico: infatti Pietro rinnega il suo Maestro non volendo
contestare l'opinione comune nel rischio di essere immolato anch'egli.
Tuttavia la vera unicità del messaggio cristiano sta nella Resurrezione: se
il primo transfert, quello dell'aggressività è stato compiuto, quello
conclusivo invece viene evitato, per la prima volta il meccanismo vittimario
è sconfitto, Satana è stato sconfitto. Già il Venerdì Santo i fenomeni
atmosferici descritti dai Vangeli al momento della morte di Cristo fanno
sorgere una minoranza contestataria: alcuni persecutori si rendono conto del
proprio errore, capiscono che hanno commesso un atto ingiustificato,
riconoscono l'unicità di colui che hanno crocefisso. Ma questo non sarebbe
sufficiente. Dopo tre giorni Gesù appare, Risorto, agli Apostoli, porta con
sé il dono della Grazia, lo Spirito Santo, la Redenzione dell'umanità
colpevole per secoli di aver messo a morte o espulso ingiustamente dei loro
simili, degli uomini anch'essi figli di Dio.
Attraverso i Vangeli Matteo, Marco, Luca e Giovanni fanno conoscere il
messaggio di Cristo, rendono consapevoli le comunità della falsità del Regno
di Satana (mitologia, processo vittimario) e del primato del Regno di Dio
che è il Regno dell'Amore, del Perdono, della vita pacifica, del
riconoscimento dei diritti umani, del riconoscimento dell'inviolabilità
della persona in quanto creatura divina. Non ci devono essere più vittime
espiatorie, mai più sacrifici inconsistenti e ininfluenti per il
raggiungimento della pace sociale.
Il Cristianesimo segna il trionfo della Croce e la sconfitta di Satana che
"cade come la folgore", vede infrangere il suo principato votatosi alla
violenza mimetica: "Il trionfo della Croce non è ottenuto in alcun modo con
la violenza, ma al contrario è il frutto di una rinuncia così totale alla
violenza che quest'ultima può scatenarsi a sazietà su Cristo, senza
sospettare di rendere palese proprio con il suo comportamento ciò che le
sarebbe vitale nascondere, senza sospettare che tale scatenamento le si
ritorce stavolta contro, perché sarà registrato e rappresentato nella
maniera più esatta nei resoconti della Passione (i Vangeli)"[6]. Ed ancora:
"La sofferenza sulla Croce è il prezzo che Gesù accetta di pagare per
offrire all'umanità questa rappresentazione vera dell'origine di cui resta
prigioniera, e per privare a lunga scadenza il meccanismo vittimario della
sua efficacia"[7]. Qualora non ci fossero stati i Vangeli l'umanità sarebbe
tutt'ora sottoposta ai processi che culminano con il sacrificio del capro
espiatorio, con atti di pseudo-giustizia sommaria, con atti di usurpazione
del potere.
(...)
Tuttavia la storia sembrerebbe contraddire la teoria girardiana: analizzando
ad esempio le persecuzioni razziali, l'Olocausto, i processi per stregoneria
ed i roghi medievali si potrebbe concludere che il messaggio di Gesù è stato
ininfluente e insignificante. Queste sono infatti le maggiori argomentazioni
utilizzate da chi si oppone al Cristianesimo definendolo una religione che
non condanna la violenza e che non presta la dovuta attenzione alle vittime
sacrificali. Tuttavia l'antropologo francese specifica come queste accuse
non sussistano: la rivoluzione concreta operata dai Vangeli e dalla Bibbia
consiste nell'aver formato una minoranza contestataria, anche esigua come ad
esempio erano ab origine gli Apostoli, capace di riconoscere i tentativi di
meccanismo vittimario (consustanziali all'uomo) e di conseguenza ferma nel
condannarli. Qualora non ci fossero stati gli anti nazisti il progetto di
Hitler avrebbe trionfato: il mondo avrebbe visto lo sterminio degli Ebrei
come un qualcosa di giusto e necessario! Lo stesso vale per i roghi
medievali condannati attualmente dal Santo Padre che più d'una volta ha
chiesto perdono per la morte di vittime innocenti. Ed è in questo frangente
che si deve introdurre il discorso sul sistema giuridico a cui Girard dedica
varie pagine nelle sue opere. Innanzitutto afferma quanto segue: "Esaminiamo
in primo luogo il piatto della bilancia che contiene i nostri successi: dall'alto
Medioevo in poi, tutte le grandi istituzioni umane si evolvono nel medesimo
senso, il diritto pubblico e privato, la legislazione penale, la pratica
giudiziaria, lo statuto giuridico delle persone. All’inizio tutto si
modifica assai lentamente, ma il ritmo si accelera sempre più nel corso del
processo e, se esaminiamo le cose nel loro insieme, vediamo che l’evoluzione
va sempre nella stessa direzione, l’addolcimento delle pene, la protezione
crescente delle vittime potenziali. La nostra società ha abolito la
schiavitù e poi l’asservimento. (…) Ogni giorno si varcano nuove soglie. (…)
L’unica voce sotto la quale si può raccogliere ciò che sto qui sintetizzando
alla rinfusa, e senza alcuna pretesa di completezza, è la preoccupazione
verso le vittime"[9]. Questa preoccupazione per le vittime innocenti è in
linea con quanto il Regno di Dio prevede ossia il perdono ed il rispetto
reciproco. E di conseguenza tali aspetti andranno sicuramente a costituire i
molteplici sistemi giuridici tipici dello stato democratico fondato grazie
all’insegnamento cristiano.
pmaktum
2007-04-26 12:14:03 UTC
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"Aguirre che si firma il Traditore"
Post by Aguirre che si firma il Traditore
Post by pmaktum
Post by Aguirre che si firma il Traditore
http://www.filosofico.net/renegirard.htm
Guarda che il libro ce l'ho a casa....
Quale? E l'hai letto?
"Il sacrificio".
Post by Aguirre che si firma il Traditore
Ad ogni modo eravamo partiti da alcune domande, mi pare: io ti avevo
premesso che non ero sicuro di avere la risposta giusta, ma una te ne ho
data. Tu domandavi che senso avesse per Dio inscenare la sua morte.
Non è solo questo.

Vedo che più sotto mi riproponi considerazioni antropologiche.
E' sconcertante pensare che Dio sia soddisfatto, cioè come
dice il CCC, gradisca il sacrificio (!) ed usi il sangue di Gesù per
"lavare"
dei peccati. Che Dio usi tali schemi di pensiero francamente è
paradossale.In realtà le basi del cristianesimo sono assolutamente
oscure:
oscuro è il peccato originale ed oscura è la necessità della Passione,
rito propiziatorio per soddisfare l'ira di un Dio che appare bramoso
di sangue.
Quale sia il rapporto tra i due, poeccato originale e Passione,
non si riesce proprio a capire.

pmaktum
Aguirre che si firma il Traditore
2007-04-26 13:55:15 UTC
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Post by pmaktum
Vedo che più sotto mi riproponi considerazioni antropologiche.
E' sconcertante pensare che Dio sia soddisfatto, cioè come
dice il CCC, gradisca il sacrificio (!) ed usi il sangue di Gesù per
"lavare"
dei peccati.
Ma io infatti proponendoti le tesi di Girard avevo premesso che
probabilmente non avrei risposto con le tesi ufficiali cattoliche.

Girard non dice che Dio usa Gesù per lavare i peccati col suo sangue.
pmaktum
2007-04-26 16:14:45 UTC
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"Aguirre che si firma il Traditore"
Post by Aguirre che si firma il Traditore
Post by pmaktum
Vedo che più sotto mi riproponi considerazioni antropologiche.
E' sconcertante pensare che Dio sia soddisfatto, cioè come
dice il CCC, gradisca il sacrificio (!) ed usi il sangue di Gesù per
"lavare"
dei peccati.
Ma io infatti proponendoti le tesi di Girard avevo premesso che
probabilmente non avrei risposto con le tesi ufficiali cattoliche.
A trovarle, le tesi ufficiali cattoliche.
Se persino un sacerdote non riesce ad abbozzare una risposta
sul tema che è il cardine della sua scelta di vita, non saprei a chi
altro chiedere.
Magari, se lo incontri di nuovo, fai una domanda diretta a Don Masi.
Io finora ho avuto solo risposte stereotipate.

pmaktum

Luca Logi
2007-04-23 20:15:41 UTC
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Post by pmaktum
Non sono cristiano e lo sapete da un pezzo ma,
ancora oggi non sono riuscito a capire quale ragionamento
facciano i cristiani per scrivere le frasi riportate qua sopra.
Al mio sentire sono prive di senso.
Anche prendendo per buono tutto il racconto cristiano della creazione,
peccato originale compreso, che ad orecchie non cristiane
stona terribilmente anch'esso...
che merito puo' avere un 'dio' nel fare una umana esperienza di
tortura e di morte quando, essendo appunto un 'dio',
ne emerge vispo e brillante come al solito ?
E che senso ha per un 'dio' far soffrire e morire temporaneamente
una forma di se stesso con l'intento, così facendo,
di 'salvare' dalla sua stessa ira le sue creature ?
Nessuno fino ad ora e' riuscito a spiegarmelo in dieci righe
e per me rimangono pensieri privi di senso.
Non so spiegartelo anche io, o forse ci vorrebbe un po' più di
ispirazione. Sul momento mi viene in mente questa risposta: a differenza
di altre religioni, il Dio cristiano accetta di giocare la partita con
le regole dell'uomo.

Il principio è lo stesso della creazione ebraica, ma portato alle
estreme conseguenze. Nella creazione, Dio lavora sei giorni ma il
settimo si riposa. Dio prima crea l'universo, poi si ritira. Il settimo
giorno di riposo è essenziale all'economia della creazione, perchè
significa di lasciarla libera di svilupparsi: Dio accetta di lasciare
alla creazione una sua autonomia, non incombe, non pretende di
pervaderla fino ad ogni sua fibra.

Similmente, quando Dio manda il suo figlio, lo manda a giocare con le
regole dell'uomo. La tentazione del demonio nel deserto a Gesù è appunto
quella: se tu sei il figlio di Dio, faccelo vedere. Manda una schiera di
angeli a sollevarti. Fai un bello show con nani e ballerine e mandaci a
casa contenti. Facce vede'. Se sei il figlio di Dio, fai un po' il Dio.

Non è questo il punto. Gesù viene a giocare la partita con le regole
dell'uomo, deve soffrire e morire come succede agli uomini. Anzi, per
essere precisi, la partita la gioca fino all'ultimo, senza sconti, e va
a finire proprio con la morte più impresentabile, quella sulla croce che
si riserva agli schiavi (i primi cristiani si vergogneranno non poco di
questo dettaglio, tanto che la croce entrerà nell'iconografia cristiana
solo successivamente).

Quando mi chiedi "che merito può avere un dio che muore e poi riemerge
vispo e brillante", la risposta sta nella doppia natura divina ed umana
di Gesù.

La colpa è anche nostra, noi di solito presentiamo solo la natura divina
di Gesù: quello che si vede nei santini con l'aureola e la nube luminosa
come sfondo, con i capelli lunghi e i lineamenti da svedese. Però la
natura umana è essenziale alla comprensione di Gesù, e se la neghi (o
anche se la trascuri, senza negarla effettivamente) non funziona nemmeno
quella divina.

Gesù soffre da uomo. Nel Getsemani sa che vengono a prenderlo per fargli
la pelle, e non occorre di essere divino per prevederlo, è esattamente
la sensazione che provano i desparecidos in Argentina o i dissidenti
sovietici, e ha una paura bestiale. Paura umana.

Il Gesù che riemerge non è poi così vispo e brillante. Tanto per
iniziare ha ancora addosso i segni delle ferite. E i suoi discepoli
stessi fanno fatica a riconoscerlo. - Se, come sospetta l'ateo, i
Vangeli altro non sono che favole edificanti scritte dalla nuova chiesa,
come minimo l'editor ha fatto un lavoro del menga perchè apostoli e
discepoli sembrano uno più tonto dell'altro. Una contraddizione della
quale la spiegazione più probabile è che si trattasse di ricordi che
nessuno, nemmeno san Pietro che pur essendo il capo spesso fa la figura
del più tonto, aveva l'autorità nè di smentire nè di far cancellare. -

Per terminare, come dice proprio don Masi, Gesù ascende al cielo e
lascia nuovamente libero il posto di Dio sulla terra. Cioè Dio ci lascia
ancora con la nostra libertà, dopo aver indicato la strada.
--
Luca Logi - Firenze - Italy e-mail: ***@dada.it
Home page: http://www.angelfire.com/ar/archivarius
(musicologia pratica)
Smoking_Man
2007-04-23 20:39:29 UTC
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Post by Luca Logi
Se, come sospetta l'ateo, i
Vangeli altro non sono che favole edificanti scritte dalla nuova chiesa,
come minimo l'editor ha fatto un lavoro del menga perchè apostoli e
discepoli sembrano uno più tonto dell'altro. Una contraddizione della
quale la spiegazione più probabile è che si trattasse di ricordi che
nessuno, nemmeno san Pietro che pur essendo il capo spesso fa la figura
del più tonto, aveva l'autorità nè di smentire nè di far cancellare. -
Perché contraddizione? A me sembra una cosa del tutto normale. Mi sembra
normale, cioè, che quando si vuole presentare un personaggio, anche per
dargli un risalto positivo, ciò che conta è il risultato finale, ciò che
quel personaggio - magari sbagliando, magari per una via tortuosa, magari
superando i suoi difetti - arriva alla fine a capire. E quanto più vengono
presentati anche i difetti (alla fine naturalmente superati), tanto più
quel personaggio acquista spessore e credibilità. Nessuno o quasi
crederebbe a un personaggio senza macchia e senza paura che non fa mai
nulla di sbagliato; sembrerebbe davvero troppo qualcosa di costruito ad
arte.

Il che, naturalmente, non significa che queste storie debbano essere state
per forza inventate. Significa solo che, se uno avesse voluto dare un
minimo di credibilità ai personaggi, avrebbe proprio dovuto presentarli in
un modo del genere, con una loro umanità e con dei difetti che però non
impediscono loro di arrivare infine alla fede e alla santità. (E del
resto, poi, se questi apostoli fossero già stati presentati come perfetti
per conto loro, oltre a risultare poco credibili non si sarebbe neppure
visto il valore trasformante dell'incontro con il Cristo, che è quanto i
Vangeli vogliono mettere principalmente in luce.)

Bye,
CSM
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
pmaktum
2007-04-23 21:09:53 UTC
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Post by Luca Logi
Quando mi chiedi "che merito può avere un dio che muore e poi riemerge
vispo e brillante", la risposta sta nella doppia natura divina ed umana
di Gesù.
La colpa è anche nostra, noi di solito presentiamo solo la natura divina
di Gesù: quello che si vede nei santini con l'aureola e la nube luminosa
come sfondo, con i capelli lunghi e i lineamenti da svedese. Però la
natura umana è essenziale alla comprensione di Gesù, e se la neghi (o
anche se la trascuri, senza negarla effettivamente) non funziona nemmeno
quella divina.
Un Dio non si incarna: *è* già uomo come è insetto o pianta.
Post by Luca Logi
Per terminare, come dice proprio don Masi, Gesù ascende al cielo e
lascia nuovamente libero il posto di Dio sulla terra. Cioè Dio ci lascia
ancora con la nostra libertà, dopo aver indicato la strada.
Anche qui manca il significato redentivo. E del resto mai ne ha parlato.
Un po' come un vigile urbano: ti indica la strada, mica ti salva.

pmaktum
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