Amici di Lazzaro
2005-06-22 20:02:28 UTC
difendere la famiglia : un milione in piazza a Madrid!!
Avvenire 19.6.2005
Madrid, più di un milione di «no»
Decisa replica dei ministri ai manifestanti: non terremo in considerazione
le richieste di bloccare la norma
Dal Nostro Inviato A Madrid
Luigi Geninazzi
L'altra Spagna è scesa in piazza.
È la Spagna delle famiglie, dei bambini, della gente comune che non si
riconosce nella "mala educacion" di Almodovar e sfida la "mala revolucion"
di Zapatero. A la seis de la tarde, alle sei del pomeriggio, il centro di
Madrid è un fiume in piena di manifestanti che scorre pacifico e festoso per
proclamare una semplice verità: il matrimonio è l'unione di un uomo e una
donna. Un inno alla famiglia, una vigorosa protesta contro la riforma del
Codice civile portata avanti dal governo socialista che prevede la totale
equiparazione dell'unione omosessuale con il matrimonio, compreso il diritto
all'adozione.
Oltre un milione di persone ha aderito alla manifestazione indetta dal Foro
spagnolo della famiglia, la rete non confessionale che raccoglie centinaia
di associazioni. È una folla immensa che sfila sotto un sole cocente, oltre
i 35 gradi, e riempie il percorso previsto dalla marcia prima ancora che il
corteo muova i primi passi dalla monumentale piazza Cibeles verso la Puerta
del Sol, cuore pulsante di Madrid. Un percorso ristretto di poche centinaia
di metri, a differenza del lunghissimo Paseo de la Castellana che verrà
concesso alla sfilata del Gay Pride del prossimo 2 luglio.
L'effetto è stato l'opposto di quello cui miravano le autorità: la
manifestazione di ieri ha invaso l'intero centro della capitale, dominato da
un unico grande slogan: «La famiglia sì, interessa». Sono arrivati da ogni
angolo della Spagna, dalle isole e perfino dall'enclave marocchina di
Melilla, con cartelli, striscioni, palloncini colorati, per dire che non si
può distruggere la cellula fondamentale della società. «Per il diritto ad un
padre e ad un madre», gridano in coro. L'obiettivo polemico è naturalmente
il premier Zapatero che «gioca con il matrimonio riducendolo ad un
manicomio». Qualcuno si diverte a rifare il verso alla sinistra: «Famila
unida jamas sera vencida!». Un gruppo che arriva da Valencia ha inventato lo
slogan più cattivo: «Zapatero, vali meno di zero, sei uno... Zerolo (dal
nome del suo consigliere per gli Affari sociali che sarà tra i primi ad
unirsi in matrimonio omosessuale dopo l'approvazione della legge). Una
mobilitazione eccezionale i cui primi a stupirsi sono gli stessi
partecipanti. «È la prima volta in vita mia che scendo in piazza a
manifestare», è la frase che ci siamo sentiti ripetere da un sacco di gente.
Solo qualcuno si ricorda di una dimostrazione tenuta vent'anni fa, ai tempi
del governo di Felipe Gonzalez, contro la legge sull'aborto. Adesso come
allora la maggior parte di coloro che sono scesi in piazza si dicono
credenti. Lo ammettono tutti, non è un gesto abituale per i cattolici
spagnoli sui quali pesa una tradizione di acquiescenza al potere. »E non è
consueto che i vescovi appoggino una manifestazione convocata da
un'organizzazione civile - sottolinea il portavoce della Conferenza
episcopale spagnola, monsignor Antonio Camino -. Si tratta di un gesto
motivato da una situazione eccezionale: in duemila anni di storia la Chiesa
non si era mai incontrata con una sfida del genere, vale a dire lo
stravolgimento dell'istituto del matrimonio». Una scelta che ha scatenato
molte polemiche contro i vescovi che «marciano in testa ad un corteo
anti-governativo», come hanno scritto molti giornali. Pura falsità.
In prima fila ieri sera c'era lo stato maggiore del Foro della famiglia, a
cominciare dal presidente José Gabaldon, ma neanche l'ombra di un prelato e
neppure di un politico. I 18 vescovi che hanno preso parte alla
manifestazione, fra i quali il cardinale Antonio Rouco Varela di Madrid,
hanno scelto di stare in mezzo alla gente. «Vede questo popolo? - mi dice
monsignor Javier Martinez giunto da Granada con un migliaio di fedeli -. Sta
difendendo un suo diritto fondamentale che ha a che fare con la verità
dell'uomo e la libertà della società. Come vescovo sono qui a testimoniare
che la Chiesa è con loro». In una dichiarazione pubblica del 9 giugno il
Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola aveva dato il suo
appoggio alla manifestazione, indetta per una «giusta causa». Anche il
Partito popolare ha finalmente rotto il silenzio pronunciandosi a favore
della mobilitazione contro il matrimonio omosessuale. Assente il leader
Mariano Rajoy, preoccupato per le possibili reazioni delle associazioni gay
alla vigilia del voto in Galizia, è toccato alla moglie dell'ex premier
Aznar, Ana Botella, sfilare contro Zapatero. Ma la star del grande movimento
di protesta è un'altra donna, Cristina Lopez, la popolarissima giornalista
di Radio Cope, l'emittente cattolica spagnola, che sul palco allestito alla
Puerta del Sol legge il "manifesto della famiglia", un vero e proprio atto
d'accusa contro tutte le iniziative legislative di Zapatero che offendono la
dignità dell'essere umano. Ma il governo ha già fatto sapere che «non terrà
in nessuna considerazione» le richieste di bloccare la legge sul matrimonio
omosessuale la cui approvazione finale è prevista per fine mese.
Avvenire 19.6.2005
Madrid, più di un milione di «no»
Decisa replica dei ministri ai manifestanti: non terremo in considerazione
le richieste di bloccare la norma
Dal Nostro Inviato A Madrid
Luigi Geninazzi
L'altra Spagna è scesa in piazza.
È la Spagna delle famiglie, dei bambini, della gente comune che non si
riconosce nella "mala educacion" di Almodovar e sfida la "mala revolucion"
di Zapatero. A la seis de la tarde, alle sei del pomeriggio, il centro di
Madrid è un fiume in piena di manifestanti che scorre pacifico e festoso per
proclamare una semplice verità: il matrimonio è l'unione di un uomo e una
donna. Un inno alla famiglia, una vigorosa protesta contro la riforma del
Codice civile portata avanti dal governo socialista che prevede la totale
equiparazione dell'unione omosessuale con il matrimonio, compreso il diritto
all'adozione.
Oltre un milione di persone ha aderito alla manifestazione indetta dal Foro
spagnolo della famiglia, la rete non confessionale che raccoglie centinaia
di associazioni. È una folla immensa che sfila sotto un sole cocente, oltre
i 35 gradi, e riempie il percorso previsto dalla marcia prima ancora che il
corteo muova i primi passi dalla monumentale piazza Cibeles verso la Puerta
del Sol, cuore pulsante di Madrid. Un percorso ristretto di poche centinaia
di metri, a differenza del lunghissimo Paseo de la Castellana che verrà
concesso alla sfilata del Gay Pride del prossimo 2 luglio.
L'effetto è stato l'opposto di quello cui miravano le autorità: la
manifestazione di ieri ha invaso l'intero centro della capitale, dominato da
un unico grande slogan: «La famiglia sì, interessa». Sono arrivati da ogni
angolo della Spagna, dalle isole e perfino dall'enclave marocchina di
Melilla, con cartelli, striscioni, palloncini colorati, per dire che non si
può distruggere la cellula fondamentale della società. «Per il diritto ad un
padre e ad un madre», gridano in coro. L'obiettivo polemico è naturalmente
il premier Zapatero che «gioca con il matrimonio riducendolo ad un
manicomio». Qualcuno si diverte a rifare il verso alla sinistra: «Famila
unida jamas sera vencida!». Un gruppo che arriva da Valencia ha inventato lo
slogan più cattivo: «Zapatero, vali meno di zero, sei uno... Zerolo (dal
nome del suo consigliere per gli Affari sociali che sarà tra i primi ad
unirsi in matrimonio omosessuale dopo l'approvazione della legge). Una
mobilitazione eccezionale i cui primi a stupirsi sono gli stessi
partecipanti. «È la prima volta in vita mia che scendo in piazza a
manifestare», è la frase che ci siamo sentiti ripetere da un sacco di gente.
Solo qualcuno si ricorda di una dimostrazione tenuta vent'anni fa, ai tempi
del governo di Felipe Gonzalez, contro la legge sull'aborto. Adesso come
allora la maggior parte di coloro che sono scesi in piazza si dicono
credenti. Lo ammettono tutti, non è un gesto abituale per i cattolici
spagnoli sui quali pesa una tradizione di acquiescenza al potere. »E non è
consueto che i vescovi appoggino una manifestazione convocata da
un'organizzazione civile - sottolinea il portavoce della Conferenza
episcopale spagnola, monsignor Antonio Camino -. Si tratta di un gesto
motivato da una situazione eccezionale: in duemila anni di storia la Chiesa
non si era mai incontrata con una sfida del genere, vale a dire lo
stravolgimento dell'istituto del matrimonio». Una scelta che ha scatenato
molte polemiche contro i vescovi che «marciano in testa ad un corteo
anti-governativo», come hanno scritto molti giornali. Pura falsità.
In prima fila ieri sera c'era lo stato maggiore del Foro della famiglia, a
cominciare dal presidente José Gabaldon, ma neanche l'ombra di un prelato e
neppure di un politico. I 18 vescovi che hanno preso parte alla
manifestazione, fra i quali il cardinale Antonio Rouco Varela di Madrid,
hanno scelto di stare in mezzo alla gente. «Vede questo popolo? - mi dice
monsignor Javier Martinez giunto da Granada con un migliaio di fedeli -. Sta
difendendo un suo diritto fondamentale che ha a che fare con la verità
dell'uomo e la libertà della società. Come vescovo sono qui a testimoniare
che la Chiesa è con loro». In una dichiarazione pubblica del 9 giugno il
Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola aveva dato il suo
appoggio alla manifestazione, indetta per una «giusta causa». Anche il
Partito popolare ha finalmente rotto il silenzio pronunciandosi a favore
della mobilitazione contro il matrimonio omosessuale. Assente il leader
Mariano Rajoy, preoccupato per le possibili reazioni delle associazioni gay
alla vigilia del voto in Galizia, è toccato alla moglie dell'ex premier
Aznar, Ana Botella, sfilare contro Zapatero. Ma la star del grande movimento
di protesta è un'altra donna, Cristina Lopez, la popolarissima giornalista
di Radio Cope, l'emittente cattolica spagnola, che sul palco allestito alla
Puerta del Sol legge il "manifesto della famiglia", un vero e proprio atto
d'accusa contro tutte le iniziative legislative di Zapatero che offendono la
dignità dell'essere umano. Ma il governo ha già fatto sapere che «non terrà
in nessuna considerazione» le richieste di bloccare la legge sul matrimonio
omosessuale la cui approvazione finale è prevista per fine mese.